domenica 19 ottobre 2014

CONCEZIONE ARISTOTELICO-TOLEMAICA

Aristotele e Tolomeo sono due figure importante nella storia dell'umanità,le quali hanno definito un periodo storico molto importante quale quello del medioevo attraverso i loro pensieri e le loro opere,soprattutto riguardanti la concezione astronomica.
Aristotele è stato un filosofo, scienziato e logico greco antico.
Discepolo di Platone, è considerato una delle menti filosofiche più innovative e influenti del mondo antico occidentale per la vastità dei suoi campi di conoscenza; egli rappresenta la figura portante della concezione geocentrica medievale dell'universo,la quale sostiene che la terra rappresenta il centro portante dell'Universo e gli astri celesti girano intorno a quest'ultima.
Egli tratta nelle sue opere,in particolare nella Fisica e nel De coelo ,di questa conformazione geocentrica dell'universo.
Secondo Aristotele, la Terra è formata dai quattro principali elementi naturali:terra,aria, fuoco e acqua.
Le varie composizioni degli elementi costituiscono tutto ciò che si trova nel mondo.
Ogni elemento possiede inoltre due delle quattro qualità o anche «attributi» della materia:
il secco (terra e fuoco),
l'umido (aria ed acqua),
il freddo (acqua e terra),
il caldo (fuoco e aria).
Ogni elemento ha la tendenza a rimanere o a tornare nel proprio luogo naturale, che per la terra e l'acqua è il basso, mentre per l'aria e il fuoco è l'alto. La Terra come pianeta, quindi, non può che stare al centro dell'universo, poiché è formata dai due elementi tendenti al basso, e il "basso assoluto" è proprio il centro dell'universo.
Riguardo a ciò che si trova oltre la Terra, Aristotele ipotizza la presenza di un quinta essenza: l'etere.
L'etere, che non esiste sulla Terra, sarebbe privo di massa, invisibile e, soprattutto, eterno ed inalterabile.

Aristotele riteneva che i corpi celesti si muovessero su sfere concentriche e che quest'ultime fossero messe in moto da un ulteriore stella,"il primo mobile", della cui natura peraltro Aristotele ebbe qualche difficoltà a dare una definizione precisa. Esso risulta mosso direttamente dalla causa prima, identificabile con la divinità suprema che non coincide con la figura di Dio,essendo quest'ultimo "atto puro" ed assolutamente immobile ed inoltre privo di materia e quindi non localizzabile. Il primo mobile piuttosto si muove per un desiderio di natura intellettiva.
Aristotele era convinto dell'unicità e della finitezza dell'universo i quanto se esistesse un altro universo sarebbe composto sostanzialmente dei medesimi elementi del nostro, i quali tenderebbero, per i luoghi naturali, ad avvicinarsi al nostro fino a ricongiungersi completamente con esso, ciò che prova l'unicità del nostro universo.
 La finitezza è definita dal fatto che in uno spazio infinito non può esisterci alcun centro.Il sistema geocentrico fu perfezionato nel II secolo a.C dal massimo astronomo dell'antichità,Ipparco.
Per spiegare le "irregolarità" del movimento dei pianeti egli suppose che essi percorressero con moto uniforme delle circonferenze di raggio relativamente piccolo (gli epicicli), i cui centri a loro volta si muovevano uniformemente su circonferenze di raggio molto maggiore (deferenti) il cui centro era nelle vicinanze della Terra.
Poiché nessuna delle opere di Ipparco è giunta fino a noi, i dettagli di questo sistema ci sono noti attraverso l'opera dell'ultimo grande astronomo dell'antichità,Tolomeo,che riprese e perfezionò l'opera di Ipparco.
Esso aveva raggiunto una discreta ,ma al prezzo di una grande complessità. Il sistema eliocentrico, poi, era più facilmente esposto a obiezioni filosofiche e religiose avanzate già nell'antichità classica. Il sistema geocentrico, invece, era più accetto perché dava una posizione privilegiata della Terra al centro dell'universo e rendeva naturale considerare l'uomo come apice e fine della creazione. Questa tesi fu sviluppata da Berthold Brecht nel suo lavoro teatrale su Galileo Galilei.

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